San Pasquale – Canyoning accanto al borgo tra i più belli d’Italia

Canyoning sul torrente San Pasquale

Canyoning sul torrente San Pasquale

Percorso torrentistico selvaggio, classico di fiumare Ioniche Calabresi, la sensazione è che l’impronta dell’uomo manchi da tantissimo tempo, nonostante la vicinanza con uno dei borghi più belli d’Italia.

Caratteristiche

  • Disciplina: Canyoning, Torrentismo
  • Difficoltà: Medio facile
  • Periodo: Marzo – Giugno
  • Comune: Bova
  • Localizzazione: Parco nazionale d’Aspromonte – Virgolitro Bova
  • Note: Necessita di auto da lasciare a valle
  • Esplorazione: Antonini, Trovato, D’Arrigo, Santinelli, Bonpadre, Ferroni, Linguiti. anno 2013

Le informazioni qui riportate hanno solo fine illustrativo e non costituiscono una guida tecnica. Leggi le avvertenze

Avvicinamento

Uno sterrato che scende in continui tornanti e ricco di buonissime more selvatiche ci porterà quasi al torrente probabile imbracarsi un pò prima per raggiungere l’alveo da qualche parete scoscesa. Cardi, spine e fittissima vegetazione impediranno un normale accesso al torrente.

Scheda tecnica

  • Ancoraggi: Esplorativi
  • Armi: Spitfix, Naturali
  • Quota Ingresso: 812m
  • Quota Uscita: 510m
  • Dislivello: 300m
  • Sviluppo in Pianta: 1600m
  • Verticale Max: 36m
  • Frazionamento: no
  • Numero Calate: 5

Descrizione

Nei pressi di Bova (Vua) una fiumara, dal nome S.Pasquale, scorre lentamente, fino a gettarsi sul mar Ionio, esattamente sulla omonima frazione di S.pasquale situata tra Bova marina e Palizzi marina. A pochi chilometri dalla foce, in posizione molto periferica e parecchio a valle dalle cascate Virgolitri, trovasi un’ultima cascata, denominata appunto, schiccio di S. Pasquale. Questa è facilmente raggiungibile da valle con un percorso escursionistico lungo l’alveo della fiumara, dove particolare è il tratto che porta proprio all’interno delle gole.

Il percorso torrentistico nella parte alta è caratterizzato da un vallone, che forma diverse cascate, una alta quasi 40 m., nonostante raccolga le acque di diversi piccoli corsi d’acqua, la portata è purtroppo sempre ridotta al minimo, almeno nelle stagioni che più interessano ogni forrista curioso. Le altre cascate sono di minore altezza, non raggiungono i 20m, le ultime a valle sono delle splendide e piccole pozze, fare attenzione allo sfregamento delle corde sulla roccia, spesso abbastanza friabile.

Nel tratto successivo, prima di raggiungere il ponte sono visibili sparsi principalmente su di un versante, vecchi mulini completamente abbandonati, questo tratto prende il nome appunto di valle dei mulini, dove sono tutt’ora presenti, segni tangibili del lavoro dell’uomo in tempi oramai andati.

Percorsa integralmente nel 2013 da Antonini, Trovato, D’Arrigo ed altri amici, sono stati spesso utilizzati ancoraggi naturali, una sola la sosta attrezzata in metodo esplorativo, con spitfix.
Muta da 3 mm nel periodo consigliato, ovvero da marzo a giugno, è possibile però percorrerla tutto l’anno ma il tratto iniziale appena entrati sul torrente è soggetto a parecchie frane, difatti nel primo tratto l’acqua scorre sotto per qualche centinaio di metri.

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