Aposcipo – La forra in un luogo celato

Le Cascate Palmarello sul torrente Aposcipo viste di fronte

Le Cascate Palmarello sul torrente Aposcipo viste di fronte

Aposcipo che dal greco vuol dire “luogo celato”, è uno dei percorsi canyoning che più rimangono impressi, La sensazione di percorrere questo tratto di torrente rimane ancor più nell’anima sopratutto quando la valle si apre, con di fronte il nulla.

Caratteristiche

  • Disciplina: Canyoning, Torrentismo
  • Difficoltà: Difficile
  • Periodo:  /
  • Comune:  Africo
  • Localizzazione: Zona A del Parco Nazionale D’Aspromonte. Loc Peracotti
  • Esplorazione: Trovato-Amato-Iaria ed altri 2007
  • Note: Non percorribile
Itinerario non percorribile
Itinerario in zona A, soggetto per regolamento a particolari disposizioni restrittive, studi a tutela dell’avifauna selvatica ed altre specie protette presenti nella zona. L’accesso alla forra, pertanto, è assolutamente vietato e le informazioni qui riportate sono puramente illustrative. leggi le avvertenze.

Scheda tecnica

  • Ancoraggi: Esplorativi
  • Armi: Spitfix
  • Quota Ingresso: 1205m
  • Quota Uscita: 991m
  • Dislivello: 215m
  • Sviluppo in Pianta: 700m
  • Verticale Max: 80m
  • Frazionamento: si sulla verticale da 80m, ma è un alberello posto circa a 50m
  • Numero Calate: 4

Descrizione

La prima integrale è stata effettuata nel 2007 da Amato, Iaria, Trovato ed altri amici, un mancorrente vi condurrà fino alla sosta esposta nella verticale (per esperti), un’altra sosta dall’altro lato della cascata, più semplice da raggiungere. Una lunga ed entusiasmante discesa, vi catapulterà dentro la oscura pozza d’acqua alla base della verticale, in quanto il sole filtra poco tempo, tanto la zona è “protetta” da costoni rocciosi.

Le Palmarello, ovvero il primo salto, considerate le cascate tra le più alte d’Aspromonte, non sono frazionate in parete, in caso occorresse per assenza di corde di adeguata lunghezza, si può utilizzare un tronco di alberello adiacente alla parete liscia. Raggiunta la Pozza, si noterà come il crinale dentellato e roccioso prima descritto confluisca proprio in questo tratto, ecco dunque una prima via d’uscita.

Proseguendo ci sono altre tre cascate, tutte spettacolari per l’assoluta assenza di traccia dell’uomo, o di animale, escludendo qualche carcassa che per sbaglio possa essere precipitata senza poi trovare via d’uscita. Queste cascate sono state attrezzate nel 2009 da Trovato, Repaci, D’Arrigo e M.E. Malara. Onde evitare il pericoloso ghiaione a sinistra dell’ultima verticale di circa 35 metri, per il rientro, si può optare programmando l’operazione prima della discesa, fissando le corde e quindi in risalita tutte e tre le verticali. Sulla roccia sono presenti i fori per i frazionamenti, pertanto potrebbe essere utile avere qualche Multimonti appresso, per operare appunto in questo modo.

Non è consigliabile continuare a percorrere il torrente dopo l’ultima cascata, a meno che non si sia programmato un pernotto in zona. Eventuale via di fuga risalendo in arrampicata sul lato sinistro del costone fino a raggiungere il punto panoramico delle Palmarello. Si consiglia muta da 5mm, spesso dopo mezzodì il tempo cambia in peggio.

Un ultimo cenno storico su di un primo eroico tentativo di attrezzamento in esplorazione, fu organizzato da Trovato, Picone ed altri amici, causa maltempo però, si decise per una repentina uscita dalla via di fuga su descritta.

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