S. Agata – canyoning sulla fiumara del diavolo

Canyoning sul S.Agata

Canyoning sul S.Agata

Un itinerario torrentistico di cinque salti suggestivo e particolare, depositario di una antica leggenda descritta come “La fiumara del diavolo”.

Caratteristiche

  • Disciplina: Canyoning, Torrentismo
  • Difficoltà: Medio difficile
  • Periodo: Giugno – Ottobre
  • Comune: Cardeto
  • Localizzazione: Loc. Motticella – Cardeto
  • Note: Necessita di auto a valle
  • Esplorazione: Trovato, Bellisario 1998

Le informazioni qui riportate hanno solo fine illustrativo e non costituiscono una guida tecnica. Leggi le avvertenze

Avvicinamento

Lasciata l’auto procedere sul crinale e scendere fino ad incontrare il torrente, in questo modo si oltrepasseranno almeno due delle tre briglie presenti che faranno risparmiare parecchio tempo, l’avvicinamento sarà abbastanza veloce, lungo ma in discesa.

Scheda tecnica

  • Ancoraggi: Esplorativi
  • Armi: Spitfix, Naturali
  • Quota Ingresso: 1150m
  • Quota Uscita: 950m
  • Dislivello: 200m
  • Sviluppo in Pianta: 1600m
  • Verticale Max: 40m
  • Frazionamento: no
  • Numero Calate: 5

Descrizione

A soli pochi chilometri da Gambarie in Aspromonte, sede del Parco Nazionale d’Aspromonte, nascoste dalla fitta faggeta dei luoghi, si trovano alcune delle cascate più sconosciute ed elusive all’occhio umano dell’intero Aspromonte. Due torrenti visibili scorrono sotto i ponti della strada Delianuova – Bagaladi, sono il Forno ed il Catacino, che con le loro acque, in un tratto pianeggiante e sereno, confluiscono, formando all’inizio delle incantevoli pozze e successivamente la fiumara del S.Agata, che a valle raggiunge e divide un pò la Città di Reggio Calabria, ma che a monte è davvero tutta una incredibile sorpresa.

Nel novembre del 1998, Trovato in compagnia di Antonio Bellisario fecero una prima ricognizione delle cascate. Utilizzando cordini su ancoraggi naturali, scesero una prima verticale di circa 27 metri, ancora qualche altra piccola verticale e poi via, fino a raggiungere la balza di circa 40 metri dove l’acqua scivola aderendo perfettamente, attorniata da forme torreggianti di roccia di oltre 100 metri sopra la pozza della stessa verticale.

In questa prima ricognizione presero coscienza della portata d’acqua impetuosa e della difficoltà delle gole in quel mese di novembre, pertanto optarono saggiamente di risalire il seppur pericoloso costone roccioso, fino a Croce Romeo. Nella stagione estiva, e precisamente a luglio insieme ad altri tre amici dell’epoca, riorganizzò la discesa integrale. In questo periodo, con ovviamente una minore portata, l’intera forra fù esplorata ed in parte attrezzata con i chiodi.

Successivamente sono stati infissi da Amato, Trovato e Iaria, diversi spitfix in diverse verticali sulla linea di massima pendenza, compresa la balza. Nel 2012, alcune frane hanno creato e modificato l’ultima verticale di uscita dal canyon, i massi hanno infatti infranto le soste che sono state riattrezzate poco più giù da Aspromontewild. Ne rimane purtroppo uno scenario, davvero apocalittico.

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