Le cascate di Pietra Cappa – geosito celato sotto gli occhi di tutti

Una vera sorpresa, un regalo inatteso del Geoparco Nazionale dell’Aspromonte. Una serie di sorelline all’ombra del Monolite più grande d’Europa

Caratteristiche

  • Disciplina: Trekking, Escursionismo
  • Difficoltà: Facile
  • Periodo: tutto l’anno
  • Comune: San Luca
  • Localizzazione: Loc. San Giorgio-Vallone del Salice
  • Strutture vicine: Casello forestale di San Giorgio

Le informazioni qui riportate hanno solo fine illustrativo e non costituiscono una guida tecnica. Leggi le avvertenze

Accesso

Da Bovalino Per San Luca, direzione Pietra Lunga o da Natile per Natile vecchio verso Pietra cappa

Scheda tecnica

  • Tracciato: Andata e ritorno
  • Dislivello: 80m
  • Altitudine max: 737m slm
  • Tempi percorrenza a/r: 4 ore soste comprese
  • Adatto ai bambini: si
  • Segnaletica: nessuna
  • Acqua: Fontana sulla fiumara, al casello forestale se raggiunte da San Luca o in località Scaru se si arriva da Natile.

Descrizione

Destinate a diventare un vero appendice alla visita del Monolite più grande d’Europa, le cascate di Pietra Cappa sono state da poco integralmente esplorate. La speranza è che anch’esse ricevano il giusto riconoscimento dall’atteso risultato che assegna a questo stupendo Parco Nazionale il titolo di Geoparco, e che dunque trovino una vera collocazione all’interno del maestoso itinerario della vallata delle grandi pietre, dove i già numerosi geositi presenti attirano ad oggi migliaia di visitatori ogni anno.
Queste cascate sono alimentate da un lungo corso d’acqua che in alto è chiamato Vallone Salice ma poco più avanti è meglio conosciuto come torrente Ferolla. Scende a Sinistra dell’abitato di San Luca confluendo con il più famoso torrente Santa Venere. Il Vallone del Salice presenta in realtà circa tre o quattro salti, tutti molto belli ma di poco interesse dal punto di vista torrentistico poiché molto lontani tra loro, ma il più accessibile e particolarmente suggestivo per le forme e la morfologia che mostra è proprio questo; “u skicciu du rimitu”. Nel dialetto locale, La cascata dell’eremita.
L’escursione è minima dal casello San Giorgio e mostra altre meraviglie come alberi centenari lungo la dorsale che raggiunge il torrente, un pó di attenzione nella discesa ed appare appena arrivati sul greto del torrente un piccolo canyon, che sfiorato indica il tratto da risalire. Qualche centinaio di metri per vedere ed udire il piccolo salto che appare racchiuso in questo scrigno di roccia.
Si mostra Struggente, toccante, merita il nome che le è stato dato probabilmente grazie alla vicinanza con gli asceteri delle rocche di San Pietro e con tutta la valle che come sappiamo un tempo area di insediamenti di monaci Basiliani. All’interno del tratto scavato da millenni, che mostra un antro molto aperto si respira una aria quasi terapica e proprio la caratteristica forma sembra produrre suoni quasi ritmici che chiaramente derivano dal fragore delle acque.
Se da soli il luogo induce al silenzio e alla meditazione, impossibile quando si è in gruppo non farsi cogliere dall’allegria. L’energia sprigionata dalle acque diventa una vera tentazione e nel periodo estivo sarà impossibile non fare il bagno. Il pietrisco in fondo alla pozza mostra in determinate ore, specie quando i raggi del sole filtrano dentro l’antro, un colore verde smeraldo che aumenta ancor più il desiderio di godersi al cospetto di questa cascata questo incredibile luogo.

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