Come tantissime altre discipline lo sci da fondo escursionistico deriva da altre attività che principalmente possiamo dividere nelle due più conosciute: sci alpino e lo sci nordico. In realtà potremmo affermare che il fondo escursionismo nasce ancora prima di qualunque delle pratiche sportive su citate poiché in epoche molto antiche, pare che lo spostamento in ambiente innevato fosse affidato a delle “scarpe” un po’ particolari che permettevano il galleggiare o scivolare su neve, esistono infatti delle stampe che mostrano uomini antichi che cacciando su ambienti ricolmi di neve, ed avendo dunque la necessità di andare veloci e sicuri, indossassero ai piedi qualcosa che gli permetteva velocità e risparmio di energie. Probabilmente oggi tra le discipline di progressione in montagna, questa attività è la meno conosciuta anche se può sembrare e probabilmente lo è, assieme alle ciaspole, la versione invernale o su neve, del classico escursionista con scarponi ai piedi.
L’attività dello sci da fondo escursionismo è dunque l’evoluzione dello sci nordico, si pratica con tecniche molto simili ma completamente altrove, il suo campo di battaglia è il fuori pista. Vecchie piste, valloni, pendii, boschi e dislivelli contenuti fanno si che anche nella stagione invernale la propria montagna possa essere visitata, esplorata e conosciuta. Praticare il fondo escursionismo vuol dire perseguire la propria iniziativa personale, in compagnia sempre di qualcuno ma distante dalla massa di sciatori che per forza di cose e per questioni di sicurezza devono rimanere su piste battute, assoggettati agli impianti di risalita e quindi alle giornate di apertura delle piste stesse. Il fondo escursionismo è muoversi lentamente o velocemente tra gli angoli che sembrano sconosciuti poichè completamente mutati dalla neve, è percorrere in minor tempo percorsi decisamente più lunghi con la continua emozione di strisciare dolcemente i piedi, e così falcare per primi sul candido manto bianco.
Con il diffondersi della pratica, anche gli strumenti migliorano cosicchè viene ampliato lo stesso raggio d’azione di questa disciplina in tutti i sensi. Sia per la nascita di scuole dedicate, che di fatto tendono a diminuire il sistema autodidatta, sia per la possibilità grazie all’affinarsi della tecnica e alle tecnologie che supportano le attrezzature, di poter spaziare in siti e luoghi, con pendii davvero elevati destinati finora solo a scialpinisti. Per concludere, solo uno slogan: Provate a staccare il tallone, troverete una nuova passione !!
Tecnica
Di tutte le tecniche che riguardano lo sci nordico, quello dello sci da fondo escursionistico è probabilmente quello meno agonistico, difatti il fondo escursionismo, avvicina alla natura d’inverno, permette passaggi particolari in punti altrettanto particolari, ma non prevede alcuna performance competitiva, per cui imparare correttamente a sciare permette di godere al massimo dell’attività stessa, e di risparmiare energie percorrendo il più possibile stancandosi poco, con una certa sicurezza e padronanza degli sci. Insomma spendere si energia tra i movimenti di una attività ricreativa ma al fine di svolgere una stupenda escursione invernale. La “camminata” avviene non per caduta da falcata come avviene nell’avanzamento normale, ma per scivolata ovvero; nel primo caso si solleva il piede per portarlo avanti dopo averlo scaricato dal peso del corpo, nel secondo si trascina per spostarlo avanti fino a quando non c’è la possibilità di spingere cercando poi di imprimere l’inerzia che ci permette di scivolare verso il senso di marcia. La spinta in questo caso è data dall’azione di braccia e gambe in perfetta combinazione tra loro. Questo grazie ai bastoncini, che posizionati con l’impugnatura in avanti devono muoversi continuamente aderenti al corpo ed inclinati quanto basta per poterci fare correttamente pressione.
Il tratto più problematico in questa attività, può essere rappresentato dalla discesa. Un forte pendio che all’andata, tra la fatica ed il panorama non abbiamo neanche notato, può rappresentare un vero e proprio stress al ritorno, per cui prima di cominciare la discesa è bene scegliere attentamente la direzione da seguire senza fiondarsi sul tratto ripido con la conseguente caduta. A tal proposito sono tante le tecniche per eseguire una tranquilla discesa rimanendo sugli sci. Il primo è quello della raspa, ovvero procurare attrito affondando i bastocini sulla neve, questa procedura é possibile eseguirla su di un solo lato se si è in curva oppure tra uno sci e l’altro se il pendio è diritto e non ci sono possibilità di Zigzagare. Diversamente se il pendio è molto aperto ed il fronte è di diversi metri è sicuramente meglio compiere vere e proprie traversate da una parte all’altra fermandosi sempre sul bordo e poi ricominciando l’altro traverso. Il modo più sicuro di perdere quota divertendosi.
Attrezzatura ed equipaggiamento
L’attrezzatura per lo sci di fondo consiste sostanzialmente da:
- Sci, larghi da 5cm in su e lunghi almeno 15/20 cm in più della propria altezza, squamati sotto nella parte centrale riescono ad avere un ottimo grip in salita, alcuni addirittura con una leggera sciancratura posso leggermente aiutare a compiere larghe curve.
- Attacchi, meglio se con base larga e realizzati in modo che lo scarponcino quasi incastri nel momento in cui si trova appoggiato, daranno una maggiore sensazione di sicurezza e stabilità.
- Scarponcini, caldi, alti e regolabili, magari dotati di ghette. Il consiglio è di rivolgere grande attenzione nella scelta, staranno ai piedi in continuo movimento ed al freddo per tutto il tempo.
- Bastoncini, qualunque tipo, purchè resistenti e grandi. Devono avere la possibilità di essere maneggiati anche sotto l’impugnatura ed avere una rosa alla fine abbastanza grande.
Trattandosi di sport in ambiente innevato, anche se non strettamente legato allo scialpinismo, rimane sempre l’obbligo di uno zaino da almeno 30l ed il necessario per trascorrere in sicurezza tutta la gita. Dipendente dal percorso scelto sarà bene che all’interno trovino posto l’artva, la pala, e la sonda. In verità in Aspromonte non si raccontano di valanghe, nè di neve particolarmente stratificata e problematica, ma entrare in un bosco e staccarsi dal sentiero o pista che sia, può voler dire sciare su una frana o ancora su di un canalone talmente coperto da non essere notato per cui il minimo di attrezzatura da autosoccorso può sempre essere utile.